lunedì 14 gennaio 2019

Karol Wojtyla, in arte Giovanni Paolo II, il santo dei fratelli maggiori

Il probabile architettato attentato al papa Papa Karol Wojtyla, in arte Giovanni Paolo II; del 13 maggio 1981 è stato certamente programmato per portarci verso il nuovo ordine mondiale. Ricordiamo che 19 anni prima l'arcivescovo cattolico Marcel Léfebvre affermò che il concilio Vaticano II del 1962, voluto dal massone Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto Papa col nome di Giovanni XXIII, fece entrare satana in Vaticano. Tutto quello che avvenne dal 1962 e in seguito è l'attuazione di un piano programmato e voluto da un malefico potere occulto. 
Albino Luciani divenne Papa col nome di Giovanni Paolo I. La sua elezione avvene il 26 agosto del 1978 e il suo pontificato fu tra i più brevi nella storia della Chiesa cattolica. La sua morte avvenne soltanto 33 giorni dopo la sua elezione il 28 settembre del 1978. E' stato l'ultimo papa di nazionalità italiana. Dopo di Lui venne eletto al soglio di Pietro il polacco Karol Wojtyla, che prese il nome di Giovanni Paolo II. Il papa polacco, Karol Wojtyla, subì un attentato, così fu comunicato allora da tutti gli organi di stampa, il 13 maggio del 1981.  
Un paio di anni dopo avvenne in Vaticano la misteriosa scomparsa della quindicenne  Emanuela Orlandi, esattamente il 22 giugno 1983. La sparizione di Emanuela Orlandi rimane ancora oggi misteriosa. La ragazza, all'epoca aveva solo 15 anni, era figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia. Quella che all'inizio poteva sembrare un comune allontanamento volontario da casa di un'adolescente, divenne presto uno dei casi più oscuri della storia italiana e  vaticana, che coinvolse lo stesso Stato Vaticano, lo Stato Italiano, l'Istituto per le opere di religione, la Banda della Magliana, il Banco Ambrosiano e i servizi segreti di diversi Paesi; la reale natura dell'evento non è mai stata definita. 
Domenica 13 aprile 1986 il papa polacco Giovanni Paolo II, miracolato dalla Madonna, si recò in visita e si inchinò dinnanzi al rabbino ebreo Elia Toaff. In questa storica occasione   Karol Wojtyla fu, il primo Papa cattolico che varcò la soglia della sinagoga della comunità ebraica di Roma, si prostrò dinnanzi al caporabbino Elia Toaff e chiamò gli ebrei i “fratelli maggiori” dei Cristiani. Karol Wojtyla diede l’impulso più forte scrivendo un capitolo che come titolo aveva una semplice espressione, “fratelli maggiori”, che ne spazzò definitivamente via un’altra: quel “perfidi giudei” contenuto nella preghiera del Venerdì santo che identificava la difficile relazione vissuta da cattolici ed ebrei fino all’assise conciliare. In due parole il Papa polacco segnò il profondo cambiamento della Chiesa cattolica che già con Giovanni XXIII aveva aperto le porte al giudaismo. 
Come si poteva non accettare le decisioni di un Papa che subì un attentato, che   in quell'attentato perse tre litri di sangue, e che fu protetto dalla mano della Vergine Maria, la madre di Cristo? E così che all'improvviso, anche se il piano era partito già molto tempo prima, 2 miliardi di Cattolici si trovarono improvvisamente, per volere del miracolato Giovanni Paolo II, ad avere nei perfidi ebrei, nemici da sempre dei Cristiani per innumerevoli incompatibilità, i loro fratelli maggiori. 
Il piano per riabilitare gli ebrei, maledetti da Cristo, parte da lontano. Tutto è servito soltanto per portarci verso il “nuovo ordine mondiale” ed il piano è partito ancor prima del Concilio Vaticano II, quando vi fu quell’indimenticabile gesto del massone Giuseppe Angelo Roncalli, in arte Giovanni XXIII, che nel 1959, fece fermare sul Lungotevere la macchina su cui viaggiava e l'intero corteo pontificio per benedire gli ebrei che, di sabato, uscivano dalla Sinagoga. Un gesto rivoluzionario, di grande simbolismo, che valse al Papa l’entusiasmo di tutti i presenti che circondarono la sua vettura per applaudirlo e salutarlo. Il papa polacco, miracolato dalla Madonna, dopo l'attentato del 13 maggio 1981 non trovò nessun impedimento nel riabilitare i giudei a livello mondiale e anche i governi di molti paesi del mondo, travolti da questa propaganda, scrissero ed approvarono leggi contro l'antisemitismo. Essere antisemiti, o semplicemente criiticare gli ebrei adesso è reato. Questo voleva il Nuovo Ordine Mondiale. Questo è quello che il potere occulto aveva progettato. Vi ricordate di quel famoso di scorso di Karol Wojtyla, tenuto solo 6 giorni dopo la sua elezione a Papa, esattamnte la domenica del 22 ottobre 1978, col quale invitò 2 miliardi di Cattolici a non avere paura? “Non abbiate paura, aprite anzi spalancate le porte a Cristo”. Ebbene quel discorso che a primo acchitto appariva conciliante ed accattivante era in realtà una enorme trappola. (s. brosal)
L'attentato a Giovanni Paolo II avvenne mercoledì 13 maggio 1981, ad opera di Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, che gli sparò due colpi di pistola. Malgrado la perdita di tre litri di sangue (?) stia per provocare la morte per dissanguamento, il cuore regge. Quello che a noi appare strano è che in tutte le foto scattate in Piazza San Pietro in Roma al momento dell'attentato non appare una sola goccia di sangue.
Farsa o vero attentato !? Nelle immagini non si vede una goccia di sangue. A quasi 38 anni di distanza molti si pongono la domanda legittima se l'attentato a Giovanni Paolo II sia stato vero oppure no.
Pomeriggio di mercoledì 13 maggio 1981, Giovanni Paolo II viene colpito da due colpi di pistola da Mehmet Ali Ağca. Un killer professionista turco legato agli ambienti dell'estrema destra dei "lupi grigi". L’attentato avviene mentre papa Wojtyla a bordo della papa mobile stava compiendo un secondo giro tra i fedeli riuniti per la tradizionale udienza generale in piazza San Pietro. 
Nonostante l'esperienza e la distanza ravvicinata da cui il killer poté sparare il Papa sopravvisse. Giovanni Paolo II era profondamente convinto di essere stato protetto dalla mano della Madonna. Il proiettile che gli aveva perforato il torace e che avrebbe dovuto ucciderlo è ora incastonato nella corona della statua della Vergine a Fatima. 
Fu scritto che Giovanni Paolo II arriva al policlinico Gemelli in condizioni gravissime tanto che riceve l'unzione degli infermi dal segretario particolare Don Stanislao Dziwisz. Malgrado la perdita di tre litri di sangue stia per provocare la morte per dissanguamento il cuore regge. Ma è mai possibile 
che non ci sia una sola fotografia in piazza San Pietro in cui si veda il sangue perduto dal Santo Padre? 
Le cronache dell'epoca riportarono le seguenti notizie: Città del Vaticano/Roma: Pochi minuti dopo essere entrato in piazza San Pietro per un'udienza generale, un mercoledì pomeriggio, mentre si trovava a bordo della sua Papamobile scoperta, papa Giovanni Paolo II fu ferito gravemente da due proiettili sparati da Ali Agca. Soccorso immediatamente, fu sottoposto ad un intervento di 5 ore e 30 minuti, riuscendo a sopravvivere:
« Sono le 17.17. [...] Mehmet Ali Ağca, ha colpito il pontefice con due proiettili esplosi da una pistola Browning calibro 9 da una distanza di tre metri e mezzo. Il primo proiettile ha raggiunto il papa all'addome, ha attraversato l'osso sacro, è uscito dai lombi, ha sfiorato lo schienale della Fiat Campagnola bianca e ha colpito al torace la pellegrina americana Ann Odre, alla quale verrà asportata la milza. Il secondo proiettile [...] ha fratturato l'indice della mano sinistra del pontefice, gli ha ferito di striscio il braccio destro appena sopra il gomito e ha colpito al braccio sinistro un'altra turista statunitense, Rose Hall. [...]. In ambulanza [il papa] è assistito dal suo medico personale, Renato Buzzonetti. Privo di conoscenza, è portato in sala operatoria. Il polso è quasi impercettibile. [...]. 
Riceve l'unzione degli infermi dal segretario particolare, don Stanislao Dziwisz. L'anestesista gli toglie l'anello dal dito. Malgrado la perdita di tre litri di sangue stia per provocare la morte per dissanguamento, il cuore regge. [...]. L'intervento è portato a termine con successo.»

L'attentato al Papa, 13 maggio 1981. Vero o falso? Tutte le immagini scattate in piazza San Pietro sono senza sangue. (s.b.)

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