sabato 7 novembre 2015

nell'Italia repubblicana, due assassini come Presidenti: Pertini e Scalfaro

Nell'Italia repubblicana: Due assassini come presidenti e re                                                                       Giorgio, altro presidente nominato dai massoni, che nel 1956                                                                   disse: I carri armati che hanno invaso l'Ungheria e che                                                                             sparano a Budapest sulla folla inerme portano la democrazia.

Alessandro Pertini, detto Sandro (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990), è stato un politico,giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal 1978 al 1985, secondo socialista (dopo Giuseppe Saragat e primo esponente del PSI a ricoprire la carica. C'è da dire che Sandro Pertini, peraltro ritenuto un utile idiota da molti suoi stretti "compagni" e collaboratori ideologici e politici, fu una persona crudele, falsa ed ipocrita, ma il regime rothschildiano, imposto militarmente in Italia dagli "alleati" di Rothschild fin dal 1943 ai nostri giorni, se ne è sempre servito spregiudicatamente per i suoi loschi e criminali intrighi contro il popolo italiano, usando a suo favore il proprio monopolio mediatico sulla stampa e sulla televisione in Italia per dipingerlo come un "bravuomo", al fine di mostrare al pubblico un suo preteso lato umano positivo che egli, in realtà, non aveva affatto. Ha saputo sfruttare però l'immenso potere mediatico della televisione. Ogni volta che s'accorgeva della presenza delle telecamere recitava la parte dell'uomo che sta dalla parte del Popolo. Il suo ipocrita comportamento sta venendo alla luce e solo ora il Popolo italiano si sta accorgendo delle manovre di facciata. Basta ricordare il comportamento di Pertini durante l'incidente di Vermicino accaduto al povero Alfredino Rampi, che cadde in un pozzo e che vi morì nell'aprile del 1981. Basta ricordare il suo comportamento durante la finale di coppa del mondo di calcio l'11 luglio del 1982. Tutto il suo comportamento (ipocrita) davanti alle telecamere per ingannare gli italiani.

il signor Pertini Alessandro, detto Sandro, settimo presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, nel 1945 fece fucilare senza pietà la bella attrice italiana Luisa Ferida, incinta ed innocente. 
Luisa Ferida, nome d'arte di Luigia Manfrini Farné (Castel San Pietro Terme, marzo1914 – Milano, 30 aprile 1945), è stata un'attrice italiana. Fu una delle più note e capaci attrici del cinema italiano nel decennio 1935-1945. Aderente al fascismo e allaRepubblica Sociale Italiana, venne fucilata dai partigiani, assieme al marito, l'attore Osvaldo Valenti. Luisa Ferida era incinta ed innocente. Non aveva commesso nessun crimine. L'ordine di fucilarla insieme agli altri arrivò dal signor Pertini Alessandro, detto Sandro.

  Luisa Ferida e Osvaldo Valenti
A soli 31 anni ed incinta di un bambino, la Ferida fu uccisa dai partigiani all'Ippodromo di San Siro a Milano assieme a Valenti il 30 aprile 1945, Sembra ormai accertato, sulla base delle dichiarazioni rese da Vero Marozin in sede processuale ("Quel giorno - 30 aprile 1945 - Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: "Fucilali, e non perdere tempo!") che il futuro Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini abbia avuto pesanti responsabilità morali nell'uccisione della Ferida e di Valenti (v."Odissea Partigiana" di Vero Marozin - 1966 - "Luisa Ferida, Osvaldo Valenti - ascesa e caduta di due stelle del cinema" di Odoardo Reggiani - Spirali 2001). Pertini, oltretutto, si rifiutò di leggere il memoriale difensivo che Valenti aveva elaborato durante i giorni di prigionia, nel quale erano contenuti i nomi dei testimoni che avrebbero potuto scagionare i due attori da ogni accusa. La casa milanese di Valenti e della Ferida venne svaligiata pochi giorni dopo la loro uccisione. Fu rubato un autentico tesoro, di cui si perse ogni traccia.
Quando lo veniamo a sapere, stentiamo a crederci. Ma verifichiamo e riverifichiamo la cosa e alla fine dobbiamo arrenderci. E' proprio così! Per quanto la cosa ci possa sembrare assurda, falsa, pazzesca fino ad essere criminale, è proprio così. Pluriassassini sono stati fatti diventare personaggi di spicco, personaggi esemplari della cosa pubblica: consiglieri, sindaci, presidenti, deputati, senatori, ministri e persino Presidenti della "Repubblica Italiana". Ma che senso ha, una tale assurda, folle, malvagia perversità? La criminosa verità viene taciuta, nascosta, minimizzata e negata alla stragrande parte della pubblica opinione, proprio da chi ne ha il potere di farlo perché ha il controllo sullo stato, sui mass media, sui partiti. Si fa passare il messaggio in modo chiaro e forte, oscuro e subliminale che assassinare i nemici, gli avversari, i concorrenti, i diversi e gli estranei alla nostra parte, anche se neutrali, e l'eliminare senza scrupoli perfino alleati, amici e parenti qualora siano, per qualsiasi motivo, di ostacolo, inciampo, scomodi, inaffidabili, sospetti, etc. sia giusto e doveroso.
Dal 1943 nell'Italia massonica di Rothschild si continua a vivere di Antifascismo. Pertini, Togliatti, Amendola, Bentivegna, Carla Capponi e tutti i partigiani non devono essere considerati più eroi ma Assassini e Traditori della Patria. L'attentato di via Rasella del 23 marzo 1944 non fu un gesto eroico ma un attentato di pura vigliaccheria e tradimento verso il Popolo italiano. Gli autori di questo vile gesto non furono mai processati - (i libri di Storia raccontano crimini e malefatte di traditori e partigiani facendoli passare per gesta eroiche) -
Uccidere Claretta Petacci, Luisa Ferida, Giuseppina Ghersi, e tantissimi altri sostanzialmente innocenti, fu fatto fare da Rothschild , come sempre tramite agenti criminali e privi di scrupoli proprio per seminare il terrore e l'odio reciproco e la divisione in seno al Popolo Italiano e proprio personaggi come Sandro Pertini, Francesco Moranino, Arrigo Boldrini, Eugenio Fassino e tantissimi altri furono appunto strumenti di cui Rothschild si servi e si serve ancora adesso in Italia ed in tutto il Mondo.
Le uccisioni indiscriminate tra fascisti e comunisti in Italia furono fomentate al massimo dal "nuovo" potere degli Alleati" sotto l'egemonia USA al servizio del satanico Rothschild, proprio per creare una divisione in seno al Popolo Italiano che possiamo constatare che ancora adesso, a distanza di più 70 anni, non si sono completamente sanate. Nel 1945 il signor Pertini Alessandro, detto Sandro, tra le altre cose, oltre ad essere coinvolto in modo diretto nella decisione di assassinare Mussolini e Claretta Petacci, che aveva l'unica "colpa" di essere l'amante di Mussolini , ed in molte altre situazioni consimili, fece analogamente e sbrigativamente fucilare anche la bella attrice Luisa Ferida, la quale era del tutto innocente da responsabilità politiche di sorta,ma solo perché moglie di Osvaldo Valenti che era stato condannato a morte solo perché "fascista":
E' ora che la Storia raccontataci da "partigiani", assassini, ladri di galline e loro sostenitori venga riscritta. Ci hanno condannato all'odio con il loro fascismo ed antifascismo. Dopo più di 70 anni non lo abbiamo ancora capito.
UN ALTRO ASSASSINO COME PRESIDENTE !
Oscar Luigi Scalfaro (Novara, 9 settembre 1918 – Roma, 29 gennaio 2012) è stato un politico e magistrato italiano, nono Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.

Nel 1945 il signor Oscar Luigi Scalfaro, giovanissimo magistrato di 27 anni, condannò alla fucilazione almeno sei giovani perché simpatizzanti di Mussolini. Il condannato Domenico Ricci, conosciuto da Scalfaro personalmente, era innocente e padre di famiglia.
Oscar Luigi Scalfaro, a guerra finita, fece condannare alla fucilazione sei persone, di cui un giovane padre di famiglia che conosceva perfettamente ed era innocente !
Accusato dal pm Scalfaro e fucilato come fascista. Domenico Ricci era innocente, gli altri 5 furono fucilati perché simpatizzanti di Benito Mussolini. Nell’estate 1945, a guerra finita, l’allora 27settenne Oscar Luigi Scalfaro, futuro presidente della Repubblica italiana, sostenne con altri due colleghi la pubblica accusa al processo che vedeva imputati l’ex prefetto di Novara Enrico Vezzalini e i fascisti Arturo Missiato, Salvatore Santoro, Giovanni Zeno, Raffaele Infante e Domenico Ricci. Dopo tre giorni di dibattimento fu chiesta per i sei la condanna a morte, eseguita il 23 settembre al poligono di tiro di Novara. 
Il giovanissimo Oscar Luigi Scalfaro, primo da destra, presenzia alla fucilazione dei sei condannati. 23 settembre 1945, a guerra finita.
Per i partigiani ammazzare una ragazzina, di 13 anni, non è reato.
Giuseppina e la madre vennero stuprate e ripetutamente picchiate ed il padre della bambina fu costretto ad assistere agli atti di femminicidio commessi, e nel mentre venne torturato sadicamente.
Durante gli abusi, i partigiani, non contenti di quello che avevano già rubato, chiesero più volte all’uomo di rivelare il nascondiglio dove era contenuto il denaro e altri beni preziosi. Dopo le violenze, i coniugi Ghersi vennero portati al Comando partigiano locale che li rinchiuse in carcere, mentre per Giuseppina si consumarono altri giorni di atroci sofferenze. Infine, il 30 aprile 1945, la bambina venne uccisa con un colpo di pistola e gettata su un mucchio di altri cadaveri davanti alle mura del Cimitero di Zinola.Un signore che passava nei dintorni testimoniò che: “Era un cadavere di donna molto giovane ed erano terribili le condizioni in cui l’avevano ridotta. Evidentemente avevano infierito in maniera brutale su di lei. L’orrore era rimasto impresso sul suo viso, una maschera di sangue con un occhio bluastro tumefatto e l’altro spalancato sull’inferno”. La storia di Giuseppina Ghersi è stata ricostruita nel dopoguerra grazie al padre, che il 29 aprile 1949 presentò al Procuratore della Repubblica di Savona un esposto di sei pagine.
Giuseppina Ghersi aveva solo 13 anni e fu condannata a morte dai partigiani per avere scritto un tema a favore del Duce

L'onestà, la correttezza, il rispetto delle leggi ed il senso del dovere verso lo Stato per questi potenti criminali non contano nulla. Essi architettano e congiurano contro chiunque, arbitrariamente e per qualsiasi motivo venga da loro ritenuto valido. Di fronte a tanta ragionata, calcolata, voluta, cosciente, organizzata e sistematica malvagità qual è mai la via di salvezza? Sapere, capire e prepararsi ed organizzare in ogni modo possibile la propria difesa ed il proprio contrattacco in tutti i modo possibili ed immaginabili. Bisogna capire che costoro sono i nostri peggiori nemici e quindi anche per noi deve essere chiaro che, pur volendo noi amare il nostro prossimo come noi stessi, combattterli e schiacciarli sia la cosa più giusta da fare.
Buoni sì ma fessi no. Alla guerra come alla guerra, tutto è valido in amore ed in guerra. Come si usa dire dalla nostre parti, per consolidata secolare esperienza popolare: A brigante, brigante e mezzo!...

venerdì 16 ottobre 2015

l'ingannevole discorso di Piero Calamandrei sulla demagogica Costituzione italiana. Un altro mito rothschildiano crolla !

Piero Calamandrei, un altro mito di argilla crolla !!!
Il 26 gennaio 1955 a Milano, parlando agli studenti, Piero Calamandrei difese demagogicamente la menzognera, antipopolare e antidemocratica  Costituzione massonica, sionista rothschildiana scritta contro il popolo italiano.

Piero Calamandrei, il personaggio che non capì, o non volle capire, nulla della nostra mediocre, squallida, demagogica, truffaldina e rothschildiana costituzione. I giovani, caro Calamandrei, devono finalmente rendersi conto delle menzogne che sono state raccontate su questa Costituzione scritta contro il popolo italiano. I giovani non devono affatto sentirla come propria questa costituzione massonica. Anzi è ora che comincino a distruggerla e a lottare davvero per la libertà. E poi, tu, caro Calamandrei, nel tuo misero discorso parli anche di Cavour, Cattaneo, Garibaldi non sapendo che questi falsi eroi sono solo palloni gonfiati di questo Stato, spacciato per italiano ma in realtà solo rothschildiano, che egemonizza, terrorizza e schiavizza il popolo italiano.
  
Caro Calamandrei, ecco un articolo fraudolento della tua "amata", decantata ed esaltata costituzione. Art. 75 comma II:  “Non è ammesso il “referendum” per le leggi tributarie e di bilancio.”   Con questo articolo viene sottratta al popolo la possibilità di esercitare un controllo diretto su questioni economiche, che lo riguardano direttamente e che spesso sono vitali.

Invece di parlare dei monti in cui questa costituzione è stata scritta, dovresti convincerti che proprio noi, figli della “Magna Grecia”, siamo stati coloro che abbiamo creato la “Democrazia Diretta”, il teatro, la poesia e la cultura più grande del mondo.

Quanta ipocrisia sta nel tuo discorso, Caro Calamandrei, quanta ignoranza storica, quante cose inutili fai passare per libertà, solidarietà e giustizia. La tua Costituzione garantisce l'impunità agli eletti che tradiscono i propri elettori. La tua Costituzione non permette al popolo di essere sovrano, la tua costituzione impone al popolo l'accettazione totale di leggi ingiuste e fiscali. La tua Costituzione, caro Calamandrei,  è il più grande aborto partorito dall'Italia conquistata, sottomessa e asservita militarmente dai massoni sabaudi nel 1861 e dai "massoni alleati" nel 1943.

La costituzione italiana, la più brutta del mondo: ambigua, immorale, demagogica, antipopolare





Piero Calamandrei, nato il 21 aprile 1889 a Firenze, morto nella stessa
città il 27 settembre 1956
Il 26 gennaio 1955, a Milano nel Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, Piero Calamandrei partecipò ad un ciclo di conferenze sulla Costituzione rivolte agli studenti universitari e medi. Riportiamo il suo intervento:

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo.
«La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi.
In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8: «
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «
La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «
l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: 
«Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.


domenica 24 maggio 2015

Robert Faurisson ha vinto: Le camere a gas non sono mai esistite. Il diario di Anna Frank è un falso

Robert Faurisson, (Shepperton, 25 gennaio 1929),  
saggista francese e negazionista dell'olocausto
Robert Faurisson ha vinto. E' stato colui che ha demolito il mito delle sedicenti camere a gas e ha affermato che il diario di Anna Frank è un falso. Una vita intera spesa a combattere contro le menzogne storiche ben orchestrate dal potere ebraico sionista. Per più di 40 anni ha negato il genocidio degli Ebrei definendolo una sinistra farsa per distorcere la storia. Il compito della sua vita è stato quello di dimostrare l'inganno delle sedicenti “camere a gas”.

Nei suoi testi Faurisson sostiene che:
1. non sarebbe mai esistito un piano preordinato di sterminio fisico degli ebrei, bensì un progetto per una loro emigrazione fuori dell'Europa (ad es. Madagascar o Uganda) e, in tempo di guerra, un piano di evacuazione verso i territori dell'Est appena occupati;
2. non sarebbero stati uccisi 6 milioni di ebrei ma un numero molto inferiore (circa 500.000), a causa delle operazioni militari, della durezza dei campi di lavoro forzato, delle epidemie di tifo e dei bombardamenti alleati sui campi di concentramento;
3. l'esistenza delle camere a gas nei campi di sterminio tedeschi sarebbe tecnicamente impossibile;
4. l'intera storia dell'Olocausto sarebbe un'enorme invenzione della propaganda alleata a favore dello stato d'Israele.
Faurisson ha concentrato il suo interesse prevalentemente sul punto relativo alle camere a gas, e la sua tesi principale è conosciuta come "impossibilità tecnica dell'esistenza delle camere a gas naziste".

il mito delle camere a gas è crollato secondo il saggista francese
Secondo Faurisson, non esistono documenti e nessuna testimonianza attendibili in grado di dimostrare l'esistenza di camere a gas omicide nei campi nazisti durante la seconda guerra mondiale; i resti delle camere a gas e le descrizioni pervenuteci del loro funzionamento non reggerebbero a un'analisi critica, e sarebbe stato tecnicamente impossibile utilizzarle a scopi omicidi, soprattutto secondo le modalità documentate dalle testimonianze. Faurisson si occupò delle strutture che utilizzarono lo Zyklon B (nei campi diAuschwitz e di Majdanek), mentre altrove (Bełżec, Sobibór, Treblink e Chełmno) venne utilizzato monossido di carbonio prodotto dai fumi di scarico di grossi motori.
Il punto più critico, secondo il francese, sarebbe rappresentato dalla ventilazione delle camere a gas, procedimento che egli descrive come molto lungo e complesso (in particolare nel caso si sia utilizzato lo Zyklon B, universalmente indicato come strumento per lo sterminio degli Ebrei), e che quindi secondo le sue valutazioni risulterebbe incompatibile con i racconti dei testimoni e con le specifiche tecniche delle camere a gas. Ulteriore elemento ritenuto poco attendibile sarebbe quello relativo alla prossimità dei crematori ai locali indicati quali camere a gas, giacché l'acido cianidrico (di cui è principalmente composto lo Zyklon B) sarebbe un acido altamente infiammabile. Inoltre tali locali risulterebbero strutturalmente inadatti a gasazioni omicide in quanto manchevoli delle usuali misure di sicurezza (ad es. porte e vetri a tenuta stagna). Da ciò nacquero una congerie di studi riguardanti aspetti storiograficamente marginali ma considerati assolutamente essenziali dai negazionisti, quali la forma e le misure dei pertugi attraverso i quali lo Zyklon B veniva introdotto nelle camere a gas; la forma e la struttura delle loro porte; l'esatta misurazione dell'area di tutti gli ambienti dedicati allo sterminio e così via.

Nel 1978, Faurisson pubblicò un lungo articolo nel quale affermò che il Diario di Anna Frank in realtà fosse un falso, prodotto artificiosamente dal padre di Anna, Otto Frank. Il tema della veridicità del Diario è un classico topos negazionista, ma Faurisson diede alla questione un taglio volutamente scientifico mai prima così approfondito, causando molte polemiche.  

per Robert Faurisson e per altri storici il diario di Anna Frank è un falso
Nel dicembre del 2006 ebbe luogo a Teheran “la Conferenza internazionale per la revisione della visione globale dell'Olocausto”, patrocinata dal presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad alla quale parteciparono molti storici negazionisti e persino sei rabbini definiti "anti-sionisti". Faurisson presentò in tale sede una relazione in cui esponeva sinteticamente quelle che ritiene essere le più notevoli vittorie che il negazionismo avrebbe ottenuto negli anni. In un'intervista del 5 febbraio 2008 rilasciata alla giornalista italiana Giovanna Canzano, Faurisson ha dichiarato di essere giunto alla fine della sua carriera di storico, a causa della sua vecchiaia e poiché ritiene oramai concluso il suo compito, ossia di aver vinto la polemica scientifica contro i suoi avversari.

Per le sue ricerche storiche e per le sue affermazioni sulle sedicenti camere a gas lo storico negazionista francese Robert Faurissson è stato aggredito più volte da commandi della comunità ebraica.

16 settembre 1989: tramite una vile aggressione, da parte di un commando ebraico, viene spaccata la mascella al saggista francese Robert Faurisson

Video
 Robert Faurisson: le camere a gas non sono mai esistite. Il diario di Anna Frank è un falso
Marcello Gardani 27/07/2010
associazionelibertaindividuale.blogspot.it

Egregi signori di InformazioneCorretta,
sono rimasto esterrefatto nel leggere sulle Vostre pagine
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=2&sez=110&id=20541
appelli alla chiusura di siti internet Revisionisti e APPREZZAMENTO PER L'AGGRESSIONE FISICA E VIOLENTA subita da esponenti Revisionisti come Robert Faurisson, che voleva descrivere le proprie idee storiche di revisione del cosiddetto “Olocausto”.
Ciò significa voler impedire a chi, come me, vuole ascoltare entrambe le campane su argomenti controversi di storia di poter leggere quel che vuole od ascoltare chi vuole. Questo non lo permetto.
Lasciate che Vi dica sinceramente che tale pretesa è vergognosa e Vi chiedo un ripensamento, perché, come voi avete il pieno diritto di affermare le Vostre idee, lottiate per lasciare anche ai Vostri avversari uguale diritto di affermare e pubblicizzare le loro idee.
LA VERITÀ NON HA BISOGNO DI MANETTE O DI VIOLENZA PER AFFERMARSI, E SE NE HA BISOGNO ALLORA NON È LA VERITÀ.
Distinti saluti
Dott. Marcello Gardani
***
Risposta (anonima) di InformazioneCorretta:
Egr. Dr. Gardani,
è evidente che abbiamo un'opinione diversa su democrazia e libertà. Noi non crediamo che diffondere inviti allo sterminio sia esprimere un'opinione, così come crediamo che negare la Shoah sia una menzogna e non una libera espressione del proprio pensiero. Non è vero che tutte le azioni che esprimono un pensiero sono lecite, apra, per sincerarsene, i codici civili e penali. Se lei istiga qualcuno al suicidio, non esprime un suo diritto, ma commette un reato.
Che lei poi si preoccupi tanto della salute fisica del suo prossimo, torna a suo onore, ma non si è mai chiesto quali sono le teorie che Faurisson diffonde? Se le condivide, il nostro rapporto finisce qui. Se non le condivide, allora scriva a Faurisson e a tutti quei siti che diffondono odio, antisemitismo, e gli chieda come conciliano una società come quella che prefigurano con i diritti di libertà e democrazia.
Cordiali saluti,
IC redazione
***
Conclusioni di Marcello Gardani:
“Il nostro rapporto finisce qui”.
Tanto mi ha scritto l'anonimo “risponditore” di InformazioneCorretta (e perché anonimo? io ho scritto il mio nome e cognome: ci metto la faccia. Perché Lei no? Cos'è questo gettare il sasso e nascondere la mano?).
Se non credo alla Vostra “verità” ma alla “verità” di un altro, allora “Il nostro rapporto finisce qui”. Ne prendo atto.
Però mi sembra una ben miseranda conclusione.

Infatti, se invece di far “finire qui” il nostro rapporto, l'anonimo di InformazioneCorretta mi avesse scritto:
“Sono disponibile ad un ampio contraddittorio anche pubblico per dimostrarLe che Lei sbaglia ed io ho ragione”, magari coinvolgendo uno Storico Revisionista “vero” (che so: proprio Faurisson, o Mattogno...) Lei avrebbe catturato la mia approvazione ed il mio apprezzamento.
Se poi avesse proposto un incontro pubblico, un dibattito in contraddittorio con lo Storico Revisionista citato, mi avrebbe addirittura mandato in visibilio, per la soddisfazione, ed avrei ascoltato con la massima attenzione le argomentazioni di entrambi.
Se le Vostre ragioni sono buone e fondate storicamente e scientificamente e quelle dei Revisionisti sono cattive e infondate storicamente e scientificamente, vincereste a mani basse e potreste ridicolizzare le tesi dei Revisionisti, guadagnando appoggi alla Vostra tesi.
Perché rinunciate a vincere?
PERCHÉ RINUNCIATE A VINCERE?
Invece Lei ci ha rinunciato: “Il nostro rapporto finisce qui”. Sa tanto di coda di paglia...
Sì, perché ammetto che dopo aver comparato ampiamente le ragioni dei Revisionisti (come Faurisson) e quelle degli Sterminazionisti (od Olocaustici), devo dire che le prime mi hanno convinto e le seconde no.
E quindi Lei tronca qui il “nostro rapporto”.
Liberissimo di farlo, però a questo punto mi sento di dover esprimere qualche altra considerazione:

In primo luogo, NON ho letto una Vostra condanna dell'aggressione e della violenza contro Robert Faurisson. Quindi rimane valida la Vostra APPROVAZIONE della violenza come metodo per tacitare gli storici avversari, e questo da solo Vi squalifica.

Inoltre, è opportuno precisare che fino a 40 anni ho creduto acriticamente alle camere a gas NazionalSOCIALISTE ed ai sei milioni di Ebrei gassati nei Lager. Avevo letto interi libri e molti articoli sull'argomento e non avevo il minimo dubbio che tutto fosse vero.

Poi, per curiosità, ho letto alcune pagine Revisioniste, chiedendomi chi potesse essere così pazzo da sostenere che le camere a gas nei Lager non esistessero.
Ho letto proprio le pagine revisioniste che Voi - guarda caso - vorreste censurare su scala planetaria, impedendo di leggerle a tutti noi ed anche al sottoscritto.
Ebbene, molte argomentazioni Revisioniste erano così fondate storicamente e scientificamente che hanno incrinato pesantemente le mie precedenti convinzioni.
IO HO IL CORAGGIO DI CAMBIARE OPINIONE. SEMPRE.
Una cosa FONDAMENTALE che mi ha favorevolmente impressionato nei siti Revisionisti sta nel fatto che essi non chiedono la chiusura violenta dei siti Sterminazionisti (o Olocaustici): certi arrivano addirittura a mettere, sulle loro pagine, dei link che puntano ai siti avversari (Sterminazionisti), per far leggere a tutti le Vostre argomentazioni!
DIFFERENZA QUALITATIVA ESTREMA, che piace tanto a chi - come me - è abituato a leggere diverse voci su ogni argomento, per raggiungere una propria comprensione più profonda.
Il punto DECISIVO che mi ha convinto è che, se i Revisionisti come Faurisson POSSONO avere torto, quelli che li vogliono battere non con argomentazioni storiche e scientifiche, ma impedendo con la violenza dello Stato o propria a me e a miliardi di altri come me di leggere le sue argomentazioni, quelli SICURAMENTE HANNO TORTO.
E se Voi siete nel numero allora ci raccontate premeditate MENZOGNE.
Come potete arrogarvi il diritto di impedirmi di leggere quello che voglio??? Io ve lo proibisco: leggete e scrivete quel che volete ma non sognatevi di impedirmi di leggere quel che voglio io.
Tutti i miliardi di persone che vivono sulla Terra hanno il diritto di leggere quel che vogliono, e Voi non avete il minimo diritto di impedirglielo, sotto nessuna scusa o giustificazione.
Se non siete convinti di qualche argomentazione criticatela ed attaccatela nel merito, ma non sognatevi di impedire a tutti noi di leggerle liberamente.
SOLO LE MENZOGNE HANNO BISOGNO DELLA CENSURA PER PREVALERE SULLE IDEE ALTRUI. Rinnovo il mio invito perché confutiate le argomentazioni contrarie con altre argomentazioni e non con la violenza, Vostra o dello Stato. Anzi Vi invito a batterVi per abolire tutte le norme criminali che rendono un reato gravemente perseguitato la libera espressione delle proprie convinzioni storiche.
Convinzioni su cui sono sempre pronto a cambiare opinione, se me ne fornirete un motivo che mi convinca. Distinti saluti. Dr. Marcello Gardani

    “Una nota sulla pretesa camera a gas dello Struthof”
l'incredibile resurrezione della presunta camera a gas di Natzweiler-Struthof  Alsazia/Francia
Ed ecco l'incredibile resurrezione della presunta camera a gas di Natzweiler-Struthof. E' ora di finirla con la camera a gas dello Struthof e dei suoi presunti 86 gasati. (Messaggio del professor Robert Faurisson del 5 giugno 2013). Il vecchio campo di concentramento de Natzweiler-Struthof, è collocato sul territorio del comune di Natzwiller (Basso- Reno), a 50 chilometri da Strasburgo. Distante qualche centinaio di metri c’è un edificio che si presume contenere una camera a gas d’esecuzione, funzionante ad acido cianidrico. Nel 1951 è stato classificato come “monumento storico”, una targa sulla facciata ne attesta la classificazione. L’impostura è evidente. In ogni modo una perizia scientifica condotta dal Professor René Fabre, decano della facoltà di farmacia a Parigi, ha provato che non c’era traccia di acido cianidrico, né nei cadaveri o frammenti di cadaveri accuratamente conservati a Strasburgo, né nel locale che si suppone sia servito nell’agosto 1943 a gasare, in quattro sequenze, un totale di 86 ebrei. E’ il 27 Marzo 1980, quando scopro l’esistenza di questo rapporto, datato 1°dicembre 1945 e delle sue conclusioni, ma … il rapporto stesso era sparito dagli archivi della Gendarmeria e della Giustizia militare. Fortunatamente ho scoperto un’altra perizia, firmata da tre medici e testimoniante del rapporto Fabre e del suo contenuto doppiamente negativo. Penso sia inutile aggiungere quanto i nostri storici di corte, si preoccupino di far passare sotto silenzio questo documento, che disturba veramente troppo la tesi sterminazionista. Vostro RF

giovedì 21 maggio 2015

Lettre à Jean-Paul II, par Léon Degrelle - le pape connaissait la vérité

En exil, le 20 Mai 1979. 
A SA SAINTETÉ LE PAPE JEAN-PAUL II  Cité du Vatican. 

Très Saint Père, Je suis Léon Degrelle, le Chef du Rexisme belge avant la Seconde Guerre Mondiale, et, durant celle-ci, le Commandeur des Volontaires belges du Front de l'Est, luttant au sein de la 28ème Division des Waffen S.S. «Wallonie». Ceci n'est certainement pas aux yeux de tous une recommandation. Mais je suis catholique comme vous et me crois, de ce fait, autorisé à vous écrire, comme à un frère dans la foi. Voilà de quoi il s'agit: la presse annonce que lors de votre prochain voyage en Pologne, entre le 2 et le 12 Juin 1979, vous allez concélébrer la Messe avec tous les Évêques polonais à l'ancien camp de concentration d'Auschwitz. Je trouve, je vous le dis tout de suite, très édifiant qu'on prie pour les morts quelqu'ils soient, et où que ce soit, même devant des fours crématoires flambants neufs, aux briques réfractaires immaculées. Mais j'éprouve des appréhensions tout de même. Vous êtes Polonais. Cette appartenance réapparaît sans cesse, et c'est humain, dans votre comportement pontifical. Si vous impressionnaient trop fortement d'anciens ressentiments de patriote qui participa de tout près, dans sa jeunesse, à un dur conflit belliqueux, vous pourriez être tenté de prendre parti, devenu Pape, dans des bagarres tempo[4]relles que l'Histoire n'a pas encore suffisamment décantées. 

Léon Joseph Marie Ignace Degrelle ( à BouillonBelgique –  à MalagaEspagne) 
Quelles furent les responsabilités exactes des divers belligérants dans le déclanchement de la Deuxième Guerre Mondiale? Quel fut le rôle de certains provocateurs? Votre Président du Conseil le Colonel Beck, dont tout le monde sait qu'il était un personnage plutôt douteux, agit-il, en 1939, avec toute la pondération voulue? Ne repoussa-t-il pas avec trop de hauteur certaines possibilités d'arrangement? Et après? la guerre fut-elle vraiment comme on l'a dit? Quelles furent les fautes, voire les crimes des uns et des autres? A-t-on toujours soupesé avec objec- Lettre au Pape 3 tivité les intentions ? n'a-t-on pas, à la légère ou avec mauvaise foi, parce que la propagande le réclamait, dénaturé la doctrine de l'adversaire, lui prêtant des plans, lui endossant des actes dont la réalité pouvait être sujette à caution ? Malgré qu'elle soit toujours beaucoup mieux renseignée que quiconque, l'Église, à travers deux mille ans de circonspection, a toujours évité les prises de position précipitées, n'a jamais entendu juger que sur pièces, calmement, après que le temps eut départagé le grain et l'ivraie, les fureurs et les passions. Tout spé- cialement, elle se distingua par une retenue extrême au cours de la Deuxième Guerre Mondiale. Elle se garda soigneusement de colporter les élucubrations folles qui couraient alors. Très Saint Père, sur votre sol patrial - à Auschwitz particuliè- rement -, repris, peut-être, par certaines visions incomplètes et partisanes du passé, allez-vous simplement prier ?… 
Je crains surtout que vos prières, et même votre simple présence en ces lieux, soient immédiatement détournées de leur sens profond, et servent de paravent à des propagandistes sans scrupules qui les utiliseront pour relancer aussitôt, sous votre couvert, les campagnes de haine à base de contre-vérités qui empoisonnent toute l'affaire d'Auschwitz depuis plus d'un quart de siècle. Oui, des contre-vérités. Après 1945 - en abusant de la psychose collective qui avait tourneboulé, à coups de racontars incontrôlés, de nombreux déportés de la Deuxième Guerre Mondiale - la légende des exterminations massives d'Auschwitz est montée à l'assaut du monde entier. On a répété cent [5] mensonges, avec une rage de plus en plus obstinée, dans des de livres. On les réédite en couleurs, dans des films apocalyptiques qui flagellent outrageusement non seulement le vrai et le vraisemblable mais aussi le bons sens, mais l'arithmétique la plus élémentaire, mais les faits euxmêmes. Vous avez été, m'a-t-on dit, Très Saint Père, un Résistant au cours de la Seconde Guerre Mondiale, avec les risques physiques qu'un combat contraire aux Lois Internationales comporte. Certains ajoutent que vous avez été interné à Auschwitz: comme tant d'autres, vous en êtes donc sorti, puisque vous voilà Pape, un Pape qui, de toute évidence, ne sent pas trop le gaz Cyclon B! Votre Sainteté ayant vécu sur les lieux doit savoir, mieux que tout autre, que ces gazages massifs de millions de personnes n'ont jamais eu lieu. Témoin de choix, avez-vous, personnellement, vu s'effectuer un seul de ces grands massacres collectifs tant ressassés par des propagandistes sectaires ?… Certes, on a souffert à Auschwitz. Ailleurs aussi. Toutes les guerres sont cruelles. 
Jean-Paul II connaissait la verité
Les centaines de milliers de femmes et de gosses atrocement carbonisés, sur ordre direct des Chefs d'États alliés, à Dresde comme à Hambourg, à Hiroshima comme à Nagasaki, ont «trinqué» au moins autant que ceux qui, déportés politiques ou résistants (25 %), objecteurs de conscience, anormaux sexuels ou criminels de droit commun (75 %) peinaient, parfois mouraient dans les camps de concentration du IIIe Reich. L'épuisement les dévorait. L'effondrement moral éliminait les forces de ré- sistance des âmes les moins trempées. Les cruautés de gardiens dénaturés, des Allemands, et, plus souvent encore, des non-Allemands, des «Kapos» et autres déportés devenus les bourreaux de leurs compagnons, ajoutaient encore à l'amertume d'une promiscuité multitudinaire. 
Il y aura même eu, certainement, des hurluberlus pour procéder, dans un camp ou l'autre, à des expériences de mort inédi- 4 Léon Degrelle tes, à des tortures, à des fantaisies monstrueuses, à des assassinats précis. Néanmoins, le calvaire de la plupart des exilés eut pris fin dans l'allégresse au jour tant attendu du retour de la paix, si ne s'était pas abattue sur eux, au cours des derniè- res semaines, la catastrophe d'épidémies exterminatrices, amplifiées à l'infini par des bombardements fabuleux qui déchiquetaient les lignes de chemin de fer et les routes, [6] envoyaient à pic les bateaux chargés de réfugiés, comme ce fut le cas .à Lübeck. Ces raids anéantissaient les réseaux électriques, les conduites et les dépôts d'eau, coupaient tout ravitaillement, imposaient partout la famine, rendaient épouvantable tout transport d'évacués. Les deux tiers des déportés morts au cours de la Seconde Guene Mondiale périrent alors, victimes du typhus, de la dissenterie, de la faim, des attentes interminables sur les voies de communications broyées. Les chiffres officiels l'établissent. 
A Dachau par exemple, d'après les statistiques mêmes du Comité International il était mort, en Janvier 1944, cinquantequatre déportés; en Février 1944: cent et un déportés; en Janvier 1945, il en mourut 2.888, et, en Février 1945, 3.977! Sur le total de 25.613 déportés décédés dans ce camp en 1940, 1941, 1942, 1943, 1944, 1945, 19.296 périrent durant les sept derniers mois des hostilités! Or le terrorisme aérien des Alliés n'avait même plus d'utilité militaire alors, puisque la victoire des Alliés, dès le début de 1945, était définitivement acquise. Elle ne réclamait plus, en aucune façon. cet épouvantable écrabouillage final. Sans la folie sauvage de ces pilonnages aveugles, des milliers d'internés eussent survécu, au lieu d'être convertis, en Avril et en Mai 1945, en macabres objets d'exposition, autour desquels s'affairaient des nuées de nécrophores de presse et de ciné, avides de photos et de films aux angles sensationnels et d'un rendement commercial assuré. Documents visuels qu'ils prirent encore grand soin, par la suite, de retoucher, de surcharger, de déformer, de truquer, pour en compléter l'horreur, génératrice de haines accrues. Ces voltigeurs de l'information eussent pu, tout aussi. bien, prendre des kilomètres de photographies similaires de cadavres de femmes et d'enfants allemands, mais cent fois plus nombreux, morts exactement de la même manière, de faim, de froid ou mitraillés sur les mêmes wagons-plats glacés, et sur les mêmes routes ensanglantées. Mais ces photos là, de même que celles de l'immense extermination des villes allemandes, qui recouvraient six cent mille cadavres, on se garda bien de les faire connaître! Elles eussent pu troubler, et surtout empêcher de moins haïr… Le vrai c'est que le typhus, la dissenterie, la faim, les myriades de rafales d'une aviation déchaînée frappaient indistinctement, en 1945, les déportés étrangers comme les civils du IIIe Reich, tous happés par des abominations de fin du monde. [7] Pour le reste, 
Très Saint Père, pour ce qui a trait à une volonté formelle de génocide, dont aucun document n'a pu, depuis trente ans, apporter la moindre preuve officielle, et, plus spécialement, en ce qui concerne le prétendu enfournement à Auschwitz de millions de Juifs dans de fantômatiques chambres à gaz Cyclon B, les affirmations lancées et relancées depuis tant d'années, dans un fabuleux tapage, ne résistent pas à un examen scientifique un tant soit peu sérieux. Il est insensé d'imaginer, et surtout de prétendre, qu'on aurait pu gazer à Auschwitz 24.000 personnes par jour, par paquets de 3.000 chaque fois, dans une salle de 400m3, et, moins encore, à 700 ou 800 dans des locaux de 25m2, sur 1,90 Lettre au Pape 5 m de hauteur, comme on l'a proclamé à propos de Belsec: 25 m2 cela équivaut à la superficie d'une chambre à coucher! Vous, Très Saint Père, vous parviendriez à mettre 700 à 800 personnes dans votre chambre à coucher! Et 700 à 800 personnes dans 25 m2, cela fait 30 personnes au m2. Un m2, avec 1,90 m de hauteur, c'est une cabine téléphonique! Vous voyez Votre Sainteté empiler 30 personnes dans une cabine téléphonique de la Place Saint-Pierre, ou du Grand Séminaire de Varsovie? Ou, sur une simple dalle de douche? Mais si le miracle de trente corps humains plantés comme des asperges dans le bocal de la cabine téléphonique, ou celui des 800 personnes encaquées autour de votre lit de camp s'était jamais réalisé, un second miracle eut du être immédiatement indispensable, car les trois mille personnes - l'équivalent de deux régiments! - entassées aussi fantastiquement dans la chambre d'Auschwitz, ou les sept cents à huit cents personnes empilées à Belsec à raison de 30 occupants au mètre carré, eussent péri, presque aussitôt, asphyxiées, faute d'oxygène! 
Il n'y eut même pas eu besoin de gaz! Avant même qu'on eut fini d'entasser les derniers arrivés, de verrouiller les portes et de répandre du gaz dans la salle - par des fentes? par des trous? par une cheminée? sous forme d'air chaud? à la vapeur? en le dé- versant sur le sol? chacun raconte le contraire de l'autre! - tous eussent déjà cessé de respirer! Le Cyclon B n'atteignant que des cadavres n'eut plus représenté la moindre utilité! [8] De toute façon, ce Cyclon B était, comme chaque homme intéressé à la science peut le savoir, un gaz d'un emploi dangereux, inflammable et adhésif. Aussi vingt et une heures d'attente eussent-elles été nécessaires, indispensables même, avant qu'on eut pu retirer le premier corps de l'étonnante chambre en question. Ensuite, seulement, on eut pu extraire - comme on s'est tellement complu à nous le raconter, avec mille détails croustillants - toutes les dents en or et toutes les dents plombées, sensées être des caches de diamants, de chaque lot de 6.000 mâchoires rigides (3.000 personnes!), contractées par le trépas, ou de 48.000 mâ- choires par jour, si on croit aux chiffres officiels de 24.000 gazés quotidiens dans le seul Auschwitz! 
Très Saint Père, tout saint que vous soyez, vous devez parfois supporter le dentiste, avec plus ou moins de résignation! On vous extrait une dent? deux dents? vous êtes installé au mieux de l'opérateur, qui dispose de réflecteurs puissants, braqués sur les mâchoires, d'outils perfectionnés et d'un patient qui se prête à ses injonctions! Or l'extraction, dans ces conditions optimales, combien prendelle de temps? Un quart d'heure? Une demi-heure? A Auschwitz, selon les légendaires, les cadavres souillés gisaient au sol, il fallait distendre, avec beaucoup de difficultés les mâchoires durcies, les décontracter, les ouvrir béantes, au moyen d'outils nécessairement primitifs. Avec huit opérateurs en tout et pour tout: c'est le chiffre officiel, puis scruter, sans éclairage, au ras du ciment, non seulement un endroit malade de la denture, mais les deux mâchoires entières, arracher, vider, désosser! et cela en moins de temps que chez le spécialiste, parfaitement équipé ?… Que Sa Sainteté daigne prendre un crayon: à un quart d'heure la mâchoire, et à huit arracheurs acharnés à la dissection, cela fait 16 cadavres traités par heure, 160 en une journée de dix heures sans une minute de répit! Soyez même un staka- 6 Léon Degrelle noviste de la denture, et doublez la cadence des arrachages, ce qui est d'ailleurs matériellement impossible: cela ferait 320! 
Alors, Très Saint Père, les fournées de 3.000 Juifs d'un seul coup? Et les journées de 24.000 gazés au Cyclon B, ce qui représente 48.000 mâchoires à vider, plus de [9] 760.000 dents à scruter quotidiennement! Simplement à s'en tenir aux 6.000.000 de Juifs morts - certains ont doublé, triplé le chiffre dont la propagande nous rebat sans fin les oreilles -, ces arracheurs eussent encore été, des années après la guerre, en pleine activité ! Ces extractions, seulement ces extractions, à dix heures de labeur ininterrompu, eussent absorbé une affaire de 1.875 journées de toute l'équipe ! Mais cet arrachage n'était qu'une formalité préliminaire. Il fallait aussi tondre des millions de chevelures, paraît-il. Puis, avant de passer les cadavres au four, on procédait - selon ce que tous les historiens. d'Auschwitz vous affirment ex catedra - à l'examen de tous les anus et toutes les matrices, dans le fond desquels il s'agissait de récupérer les diamants et les. bijoux. qui auraient pu y être escamotés! Vous imaginez cela, Très Saint Père? 6 millions d'anus, 3 ou 4 millions de matrices à récurer de fond en comble. alors qu'on nous a expliqué qu'à la fin des gazages massifs les corps ruisselaient d'excréments, de sang féminin et de sanie! Dans ces organes souillés, les doigts, les mains des opérateurs devaient farfouiller, repérer les diamants cachés, les extraire, gluants, les laver, se laver, 24.000 fois par jour, (les anus), 15 ou 20.000 fois par jour (les matrices). C'est fou! c'est fou! Toute cette affaire est folle! Et nous ne parlons pas des activités complémentaires: fabriques d'engrais et fabriques de savons dont certains, tel le professeur délirant Poliakov, font état sans sourciller! Ces opérations de gazage, de tonte, d'arrachage de dents, de nettoyages d'organes, répétées sur 6.000.000 de Juifs, ou sur 7.000.000, ou sur 15 millions selon le Père Riquet, ou sur 20 millions - c'est-à-dire plus que les Juifs du monde. entier! - selon le Dictionnaire Larousse, dureraient toujours s'il fallait admettre comme exactes les affirmations. officielles. des manipulateurs de l'«Histoire» d'Auschwitz! Vous pourriez encore, Très Saint Père, vous boucher le nez près des chambres à gaz, et transpirer à la chaleur des fours d'Auschwitz, au cours de votre messe concélébrée! Si on avait multiplié le nombre de cadavres réels et normaux d'Auschwitz par dix, ou par vingt, l'escroquerie aux morts eu pu conserver un certain aspect de vraisemblance. Mais, comme pour les gazages à 700 ou 800 personnes par chambre à coucher, à trop mentir on arrive [10] à être grotesque. Il faut l'insondable, l'inimaginable. bêtise des foules pour que de pareilles sornettes aient pu être inventées, racontées, énoncées à grands coups de trompettes, filmées dans un tapage inoui, et crues. – «Je crois, déclare bravement un personnage d'Holocauste, tout ce qu'on raconte sur eux!» Aveu exemplaire! Alors, Très Saint Père, comment imaginer un instant qu'à Auschwitz, à l'heure de la concélébration de la Messe, lorsque tous les cœurs, étreints par l'amour de Dieu et des hommes, vont participer au renouvellement du Sacrifice, un prêtre, un Pape pourrait, au moment où il élèvera le calice vers le ciel, avoir l'air de couvrir sous son pallium des déferlements d'une haine si bête et de mensonges si extravagants, qui sont à l'extrême opposé de l'enseignement pathétique du Christ! Non! Certainement non! Ce n'est pas possible! Votre message, à cent pas Lettre au Pape 7 de la fausse chambre à gaz d'Auschwitz, ne peut être que celui de la charité, de la fraternité, et, également de la vérité, sans laquelle toute doctrine s'effondre. 
Vous allez à Auschwitz pour vous recueillir, ému, à un des hauts-lieux de la souffrance humaine dont les causes et les responsables seront fixés objectivement avec le temps, par une Histoire sereine, et non en recourant à des témoignages extorqués et à des divagations de falsificateurs. Le Pape est au dessus de ces bagarres. Il est près des âmes qui ont souffert, qui, dans la souffrance, se sont élevées spirituellement, car il n'est point de peine, point de calvaire, point de trépas qui ne puisse devenir sublime. Sur les champs de bataille de la Seconde Guerre Mondiale où tant de soldats sont tombés après d'immenses souffrances, de même que dans les camps de travail où mouraient de nombreuses victimes de conflits qui les dé- passaient et les écrasaient, partout, chez les uns comme chez les autres, le sacrifice, la douleur physique et morale, l'angoisse ont fait jaillir, dans des vies qui eussent pu normalement rester médiocres, de grandioses floraisons d'âmes. Il en fut ainsi à Auschwitz. Il en fut ainsi au Front de l'Est tout au long des années de luttes et d'immolation [11] de millions de jeunes Européens qui, de 1941 à 1945, firent face héroïquement au déferlement du communisme. Bien sûr, à travers toute l'histoire des hommes, des atrocités ont été commises. Auschwitz, de toute façon, n'aura été ni le premier cas, ni le dernier. Nous ne le voyons que trop bien à l'heure actuelle, où sont massacrés tant de femmes et d'enfants sans défense, écrabouillés dans les camps palestiniens par l'aviation d'Israël répercutant la Loi du Talion sur des innocents, à la mémoire desquels, hé- las, on ne chantera probablement jamais de messe concélébrée… 
Des puissants ont abusé cent fois de leur pouvoir. Des peuples ont perdu la tête. Pas un spécialement. Mais tous. A côté des millions de cœurs purs et désintéressés qui ont offert leur jeunesse à un idéal, l'Allemagne a eu, elle comme tout le monde, son lot d'êtres détestables, coupables de violences inadmissibles. Mais quel pays n'a pas eu les siens? La France de la Révolution Française n'a-t-elle pas inventé la Terreur, la guillotine, les noyades de la Loire? Napoléon n'a-t-il pas, non point déporté, mais enrégimenté par la force des centaines de milliers de civils des pays occupés, envoyés à la mort pour sa gloire! Cinquante et un mille, rien qu'en Belgique! C'est dire plus qu'il ne périt de Belges au cours de la Première Guerre Mondiale, ou dans les camps de concentration du IIIe Reich! Plus près de nous, un de Gaulle n'a-t-il pas, en 1944 et 1945, présidé au massacre de dizaines de milliers d'adversaires baptisés collaborateurs? Plus récemment encore, en Indochine, en Algérie, la France n'a-t-elle pas entassé des centaines de milliers d'insoumis, de réfractaires, d'otages, de simples civils raflés massivement, dans des camps de concentration extrêmement durs, où les sadiques, là non plus, ne firent pas défaut! Un général français fit même l'éloge public de la torture. Et la Grande Bretagne? avec ses bombardements de villes libres comme Copenhague? ses exécutions de Cypayes attachés à la bouche des canons, son écrasement des Boers, ses camps de concentration du Transvaal où des milliers de femmes et d'enfants périrent dans des misères indicibles? 

Et Churchill, déchaî- nant ses abominables bombardements de terreur sur la population civile du Reich, la grillant au phosphore dans les caves, anéantissant en une seule nuit environ [12] deux cent mille femmes et enfants dans le gigantesque crématoire de Dresde? 8 Léon Degrelle «Environ» parce qu'on ne put faire qu'une estimation approximative en calculant le poids des cendres! Et les États-Unis? N'ont-ils pas élevé leur puissance grâce à l'esclavage affreux de millions de Noirs marqués au fer brûlant comme des bêtes et grâce à l'extermination casi intégrale des Peaux-Rouges, propriétaires des terrains convoités? N'ont-ils pas été, en 1945, les dispensateurs de la bombe atomique? Hier encore, n'ont-ils pas compté, parmi leurs troupes du Vietnam, d'indiscutables bourreaux? 
Et nous n'insistons même pas sur les dizaines de millions de victimes de la tyrannie de l'URSS, ni des goulags actuels, dont nul, je le crains fort, ne soufflera mot lors de votre visite au camp reconstitué. d'Auschwitz, vidé, lui, pourtant, de tout occupant depuis des dizaines d'années! A Auschwitz, nul ne le niera, la vie a été dure, parfois très cruelle. Mais dans les camps des vainqueurs de 1945 les sadiques et les bourreaux eurent vite fait de fleurir avec une égale abondance, avec moins d'excuses toutefois, si l'on admet qu'une guerre mondiale puisse abriter des excuses… Très Saint Père, je ne voudrais pas gâter le plaisir que vous allez avoir à retrouver votre pays. Mais quand même! Votre patrie valeureuse dont vous avez tenu à mettre vous même en valeur l'élévation morale en glorifiant son admirable patron, Saint Stanislas, n'a-t-elle pas, elle aussi, connu ses heures de crimes et d'abjection? A l'heure où vous allez fouler le sol polonais d'Auschwitz qui rappelle tout spécialement la dernière tragédie juive, est.il indécent, si on veut être juste, d'évoquer d'autres juifs, innombrables, précédemment mis à mort à travers tout votre territoire, dans des pogroms horribles, torturés, égorgés, pendus pendant des siècles par vos propres compatriotes? Eux non plus n'ont pas toujours été des anges, tout catholiques qu'ils étaient! J'entends encore le Nonce Apostolique à Bruxelles, le futur Cardinal Micara, antérieurement Nonce à Varsovie, me raconter, à son excellente table, comment les paysans polonais crucifiaient les Juifs aux portes [12] de leurs granges. – «Ces cochons de Juifs !» s'exclamait assez peu évangéliquement l'onctueux prélat! Ces mots furent prononcés tels quels, croyez-moi. L'Église, elle-même, Très Saint Père, avait~elle toujours été tendre? Même en plein XVIIIe siècle, elle brûlait encore les juifs en grand apparat. En pleine ville de Madrid, notamment. Mais elle, elle les brûlait vivants! 
L'Inquisition n'a pas été une bergerie. Les massacres des Albigeois se perpétrèrent sous l'égide de Saint Thomas d'Aquin. Les assassinats de la Saint-Barthélémy firent la joie du Pape, votre prédécesseur, qui se releva en pleine nuit pour fêter, par un Te Deum enthousiaste, cet heureux événement, qu'il ordonna même de commémorer par la frappe d'une médaille! Et les trente mille soi-disant sorcières, grillées pieusement à travers la Chrétienté? Même au siècle dernier, la Papauté rétablissait encore à Rome le ghetto. Au fond, Très Saint Père, nous ne valons pas lourd, que nous soyions Pape ou Ayatollah, Parisiens ou Prussiens, Soviétiques ou New-Yorkais. Il n'y a pas de quoi être exagérément fiers! Nous avons tous été, en nos mauvais moments, aussi sauvages les uns que les autres. Cette équivalence ne justifie rien d'ailleurs, ni personne. Elle incite, néanmoins, à ne pas distribuer avec trop d'impétuosité ou de «bénévolence» les excommunications et les absolutions. 

On ne refoulera la sauvagerie humaine qu'à force de répondre à la haine par la fraternité. La haine se désarme, comme tout se désarme, mais pas en la resser- Lettre au Pape 9 vant sans fin à des sauces toujours plus piquantes ni en l'accroissant et en l'exaspérant, comme dans le cas d'Auschwitz, à grands renforts d'exagérations folles, de mensonges et de pseudo «aveux», farcis de contradictions criardes, arrachés par la torture et la terreur dans les geôles soviétiques ou américaines, car les unes valèrent les autres aux temps hideux de Nuremberg. Certains eussent pu penser qu'enfin les forbans de l'exhibitionnisme concentrationnaire et les faussaires qui firent de l'affaire des «six millions de juifs» l'escroquerie financière la plus rémunératrice du siècle, allaient mettre enfin un terme à cette exploitation. [14] Grâce à tout l'apparat de la grandiose cérémonie religieuse qui va, en votre présence, se déployer parmi les faux décors du plateau d'Auschwitz, on va, au moyen d'un gigantesque battage de télévision et de presse, tout tenter pour vous convertir en avaliste indiscuté de ces chèques de la haine. Votre nom vaut son poids d'or, pour tous ces gangsters. On va nous sortir, dans le monde entier, comme si le premier Holocauste ne suffisait pas, un Holocauste numéro 2, qui n'aura pas coûté un milliard de dollars celui-là, puisque Votre Sainteté aura fourni absolument gratuitement, à d'indécents metteurs en scène, la plus fastueuse des figurations! 
L'Holocauste numéro 1, quels qu'aient été parmi les gogos sa diffusion et son impact, n'était qu'un gigantesque tapage hollywodien, d'une rare vulgarité, destiné avant tout à vider des centaines de millions de goussets de spectateurs non avertis. Mais les dégâts ne pouvaient être que passagers; on devrait rapidement noter que les extravagances étaient bouffonnes, ne résisteraient pas à l'examen consciencieux d'un historien. Par contre, votre Holocauste, à Vous, Très Saint Père, tourné en grande pompe à Auschwitz même, par un Pape en chair et en os, revêtu de toute la majesté pontificale, et oint de véracité, en face d'un autel inviolable, surtout à l'heure du Sacrifice, cet Holocauste N° 2 risque fort d'apparaître, aux yeux d'une chrétienté bernée par des manipulateurs sacrilèges, comme une confirmation casi divine de toutes les élucubrations montées par des refoulés haineux et par des usuriers. Déjà votre évocation, devant les tombes polonaises de Monte Cassino, d'une guerre dont – à en croire à ce qu'a dit aussitôt la presse – vous paraissez n'avoir retenu que certains aspects fragmentaires et partisans, a inquiété beaucoup de fidèles. Votre comparution ostentatoire à Auschwitz ne peut qu'inquiéter davantage encore, Très Saint Père, car il n'est pas douteux qu'on va vous «posséder», comme on dit dans le peuple. Ça crève les yeux. Des flibustiers de la presse et de l'écran sont fermement décidés à vous faire plonger, mitre en avant, avec votre soutane blanche toute neuve, dans ce piège béant d'Auschwitz, alors que cette cérémonie religieuse ne peut représenter à vos yeux, certainement à l'heure de la concélébration, qu'un appel à la [15] réconciliation des hommes, succédant enfin à la haine des hommes. 
Homo homini lupus, disent les sectaires. Homo homini frater, dit tout chré- tien qui n'est pas un hypocrite. Nous sommes tous des frères, le déporté souffrant derrière ses barbelés, le soldat hagard, crispé sur sa mitraillette. Nous tous qui avons survécu à 1945, vous le persécuté devenu pape, moi le guerrier devenu persécuté et des millions d'êtres humains qui avons vécu d'une façon comme de .l'autre l'immense tragédie de la Deuxième Guerre Mondiale, avec notre idéal, nos 10 Léon Degrelle élans, nos faiblesses et nos fautes, nous devons pardonner, nous devons aimer. La vie n'a pas d'autre sens. Dieu n'a pas d'autre sens. Alors, au fond, qu'importe le reste! Le jour où vous célébrerez votre messe à Auschwitz, malgré les imprudences spirituelles que peuvent comporter des prises de positions d'un Pape dans des débats historiques non clos, et malgré les fanatiques de la haine qui, sans tarder, vont exploiter la spectacularité de votre geste, je joindrai, du fond de mon exil lointain, ma ferveur à la vôtre. Je suis, Très Saint Père, filialement vôtre, (Léon DEGRELLE).