Fra lacrime e sangue la memoria non si
cancella e la verità sta venendo alla luce.
Indignazione da tutte le parti d'Italia
per la lapide barbaramente frantumata.
Malaunità: l'unità d'Italia è stata fatta, nel 1861, dalla massoneria talmudica contro l'Italia.
E’ fu così che l’invasione fu
chiamata liberazione, l’usurpazione fu chiamata fratellanza. La
nostra memoria offesa e condannata all’oblio, affinché, non fosse
minimamente possibile sospettare o anche soltanto immaginare la
nostra vera storia di popolo facoltoso, unito già da mille anni e
con Napoli magnifica capitale, culla di ricchezza, arte, cultura e
progresso.
Fenestrelle (To), campo di sterminio |
La sera del 9 novembre 1860 una colonna
di soldati in lacere uniformi turchine, disarmati e sotto scorta,
marciava lungo la tortuosa strada alpina che risale la Val Chisone,
nelle montagne piemontesi, verso la fortezza di Fenestrelle,
costruita a 1200 metri fino a 1800 di altezza sul livello del mare.
Erano prigionieri dell’esercito borbonico catturati per lo più
alla resa di Capua il 2 novembre, trasferiti per mare da Napoli a
Genova dove erano approdati il giorno prima, poi trasportati in treno
fino a Pinerolo e ora avviati a piedi, giacché non c’era altro
mezzo, alla fortezza. Esausti per l’interminabile marcia,
arrivarono a Fenestrelle per tutta la notte, a drappelli sbandati.
In questo luogo trovarono la morte e
divennero calce.
Si, divennero calce. I loro corpi
furono sciolti nella calce viva, perché ritenuti indegni di una
sepoltura cristiana.
«Tra il 1860 e il 1861 vennero
segregati nella fortezza di Fenestrelle migliaia di soldati
dell’esercito delle Due Sicilie che si erano rifiutati di rinnegare
il re e l’antica patria. Pochi tornarono a casa, i più morirono di
stenti. I pochi che sanno s’inchinano».
Duccio Mallamaci, coordinatore per
Piemonte e Calabria del Partito del Sud, tenne, interrompendosi a
tratti per la commozione, un discorso in cui definì Fenestrelle un
campo di sterminio come Auschwitz o Belzec, e affermò che 8000
uomini vi erano morti di fame e di freddo; in tutto, aggiunse, furono
40.000 i prigionieri meridionali sterminati nel Nord. Al discorso
seguì una messa in latino, officiata da un prete francese fatto
venire per l’occasione.
La lapide che il 6 luglio del 2008 fu
posta a memoria dei soldati borbonici non esiste più. Mani
sacrileghe l'hanno brutalmente frantumata.
Sembrerebbe che accettare l’esistenza di un pesante debito legato agli avvenimenti del periodo cosi detto "Risorgimentale “ nei riguardi degli Italiani del Sud sia motivo di oltraggio all’immagine del luogo che fu scenario di prigionia e torture per i valorosi Soldati Borbonici, deportati dalla nostra terra nel campo di sterminio di Fenestrelle, perché si erano rifiutati di disonorare il patto di fedeltà giurato al Sovrano. In onore di questi nostri eroici padri , nella piazzetta antistante la roccaforte, era stata deposta una lapide in marmo , dono dei compatrioti DUOSICILIANI , di cui i versi incisi furono composti in loro onore dal grande Nicola Zitara.
Sembrerebbe che accettare l’esistenza di un pesante debito legato agli avvenimenti del periodo cosi detto "Risorgimentale “ nei riguardi degli Italiani del Sud sia motivo di oltraggio all’immagine del luogo che fu scenario di prigionia e torture per i valorosi Soldati Borbonici, deportati dalla nostra terra nel campo di sterminio di Fenestrelle, perché si erano rifiutati di disonorare il patto di fedeltà giurato al Sovrano. In onore di questi nostri eroici padri , nella piazzetta antistante la roccaforte, era stata deposta una lapide in marmo , dono dei compatrioti DUOSICILIANI , di cui i versi incisi furono composti in loro onore dal grande Nicola Zitara.
Fenestrelle: Ancora l'odio vince sull'amore e la morte sulla vita !
A Fenestrelle, il tetro e
macabro centro di sterminio del regno sabaudo prima e del regno
d'Italia poi, l'odio continua a vincere sull'amore e la morte
continua a vincere sulla vita. Mani sacrileghe hanno frantumato brutalmente la lapide che era stata posta nel campo di sterminio di Fenestrelle il 6 luglio del 2008 |
Noi, gente e
popolo del Sud, figli della Magna Grecia e del Regno delle due
Sicilie, lotteremo per la vita e per la speranza affinché l'amore
possa sempre vincere sull'odio e la vita sempre sulla morte. Noi che
abbiamo inventato la “Democrazia Diretta” e che amiamo l'arte, la
cultura, la verità, la libertà, la nostra storia e le nostre
tradizioni, noi che siamo al centro del Mediterraneo e che viviamo
per l'amore costruiremo la vera Italia, dove saremo finalmente
davvero “Tutti Fratelli” e non “Caini-Fratelli d'Italia”
RispondiEliminaChi si è occupato materialmente della distruzione dei meridionali, chi li ha spinti nella
calce viva del campo di sterminio.